Racconto di Viola C, 12 anni
Che noia l'estate in città! Mi trascinavo per casa senza sapere cosa fare. I miei erano al lavoro ed io avevo esaurito le idee. Crollai sul divano e stavo per accendere la TV, quando un tonfo proveniente dalla soffitta mi fece sobbalzare. Sulle prime non ci badai, ma dopo poco un altro tonfo, più forte, richiamò nuovamente la mia attenzione. Cosa poteva essere?
In casa non c'era nessuno oltre a me, ne ero certo. Presi coraggio e decisi di farmi avanti, mi tolsi le infradito e salii le scale cercando di non fare rumore. Arrivai all’ultimo gradino e mi fermai davanti alla porta. Avevo il cuore in gola che batteva come non mai. Posai la mano sulla fredda maniglia d’acciaio, la strinsi forte e la spinsi davanti a me. Quando entrai chiusi gli occhi e sentii delle stridule vocine parlare tra di loro: «Te l’avevo detto che ci avrebbe sentiti!»
«Ehi! non è vero non me l’hai detto! Dicevi che stava guardando la TV!»
Davanti a me non c'era nessuno e non capivo da dove venissero queste voci, poi abbassai lo sguardo: vidi dei piccoli esseri di colore verde con dei grandi ciuffi sulla testa che variavano tra il rosa e il fucsia. Mi misi a urlare e poi non vidi più niente.
Pochi secondi dopo mi resi conto che ero stato bendato, implorai di essere liberato e poco dopo fui accontentato.
«Ma voi chi siete?» urlai ai due esseri dalle lunghe orecchie.
«Noi? Noi siamo elfi! Non è ovvio?» dissero in coro.
Elfi? Pensai..
«Ma gli elfi stanno nelle fiabe! Non nella realtà! E non sono tozzi e verdi come voi! Tutto questo non è possibile! Sto sognando? Sì sicuramente sto sognando!»
«No, non stai sognando! e noi ESISTIAMO anche nella realtà, e non fare caso a come ci rappresentano nelle fiabe, sono solo menzogne».
«Cosa ci fate qui?» esclamai.
«Siamo stati incaricati di trovare la sacra mappa»
«La sacra mappa?» chiesi.
«Quante domande giovanotto! La sacra mappa è una rara pergamena situata tra il fuoco e l'acqua, ci hanno detto che si trovava in questa terra ma che dovevamo essere aiutati da un avvincente e coraggioso apprendista mago»
«Apprendista mago? E chi sarebbe?» domandai.
«Beh...tu!»
A questo punto non sapevo cosa rispondere ma avevo un sacco di domande. Decisi di restare in silenzio e, visto che non avevo niente da fare, affidarmi totalmente a loro.
Ormai però si era fatto tardi, presi degli scatoloni dalla cantina per preparare degli improvvisati giacigli per i due elfi. Dopo circa mezz'oretta tornò la mamma: mi preparò da mangiare un po' di pollo e qualche patata. Avanzai le patate e le portai agli elfi.
La mattina seguente mamma e papà tornarono al lavoro, io mi vestii e tornai dagli esseri che il giorno precedente si erano intrufolati a casa mia. Presi una borsa e li infilai dentro, non avevamo una meta precisa perché io non sapevo esattamente dove si trovasse un posto tra il fuoco e l'acqua, quindi andammo insieme a casa della nonna, che fin da piccolo mi raccontava storie e leggende su fate ed elfi. Le domandai se conoscesse il posto che “volevo approfondire per scuola”.
«Certo che lo conosco! si trova al centro della città tra il vulcano e le cascate, dove ogni sera il sole si scambia con la luna.»
«Ah! ho capito! Dove si trova il vulcano e le cascate di Yamba! » strillai... finalmente avevo trovato uno scopo in questa calda e non più noiosa estate in città.
«Avete capito? » sussurrai agli elfi e loro mi risposero facendomi un cenno con la loro piccola testolina.
Ci incamminammo verso il vulcano che non era molto distante da casa della nonna. Il sentiero per arrivare era molto ripido e pieno di massi che sarebbero potuti crollare da un momento all'altro, ma nonostante tutto non ci perdevamo mai d'animo e continuavamo a scalare. Arrivati in cima, tutti sudati, gli elfi mi spiegarono che la pergamena si trovava nel centro di un quadrato fatto di acqua sopra il vulcano. Ci mettemmo a cercare il posto giusto ma gli elfi, nonostante siano dei fantastici esseri dai poteri soprannaturali, mi dissero che loro non vedevano l’acqua e per questo avevano bisogno di un aiutante. Ma, la seconda cosa che mi spiegarono, fu davvero scioccante. Anche io non avrei potuto trovare la pergamena se non avessi praticato un po’ di magia… ci mettemmo a provare per ore sempre gli stessi incantesimi ma mai a buon fine. Poi, tutto d’un tratto, urlai l’incantesimo più potente con tutto me stesso: INGARBIO!
E il massiccio si aprì, vidi l’acqua del torrente bagnare il vulcano e creare in maniera perfetta un quadrato. Misi la mano all'interno di esso e l’acqua si divise. Al centro della figura comparve un pezzo di carta dove erano recitate queste parole:
Se sei riuscito a trovare questa pergamena
Hai recitato la giusta cantilena
Sei tu il mago prediletto
Che ha scovato il mio quadretto
Ora solo tu potrai scegliere tre desideri
Insieme ai tuoi amici avventurieri!
«Che bello! posso davvero scegliere uno dei tre desideri!»
«Certo! E io e Bongo sceglieremo gli altri due» Mi rispose Marcus (uno dei due elfi).
«Io vorrei un pentolone d’oro ogni volta che vedo un arcobaleno!» Disse Bongo, e subito dal cielo sbucò un enorme arco di tutti i colori.
«Io vorrei tanto conoscere la mia anima gemella!» Disse Marcus, e subito dal nulla sbucò una piccola fata vestita d’azzurro e con due lunghe ali che fece subito amicizia con Marcus.
Ed io? cosa avrei potuto scegliere?
«Emh... io... io vorrei vivere tante altre avventure come questa, quest’estate!» e mi cadde in mano un mappa che portava ad un tesoro. Che dire… ecco un’altra avventura da vivere con i miei fidi compagni!
Bellissimo racconto!!