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Stoccarda - 1933

Aggiornamento: 26 gen 2022

L'amico ritrovato, una storia emozionante, intrigante e scritta magnificamente da Fred Uhlman.

Nella Germania del 1932 Hans, un ragazzo di 16 anni ebreo, sta vivendo la sua adolescenza da solo, i suoi voti sono discreti e non ha amici, rimane sempre in disparte, non che i suoi compagni siano antipatici, certo, ma lui non trova la persona giusta con cui creare quel rapporto di vero amore chiamato amicizia. Un giorno un nuovo ragazzo della famosissima e antica casata degli Hohenfels chiamato Konrandin entra in classe e si presenta. Tutti rimangono stupiti e tutti, ma dico tutti, voglio averlo come amico. Iniziano a cercare di approcciare con lui prima quelli un po’ più “sfigati” per poi arrivare al gruppetto del Caviale, quelli più ricchi e intelligenti, che dopo un tentativo o due rinunciano. Infatti nemmeno duchi o principi riescono a catturare la sua attenzione. Lui è nel suo mondo, da solo. Hans però non si lascia scoraggiare e fa di tutto per farsi notare. Perfino offrirsi a ginnastica per eseguire le acrobazie davanti a tutta la classe.

Poi, un giorno, Konrandin lo ferma all’uscita della scuola e si mettono a chiacchierare, da lì diventano inseparabili amici.

Intanto da Berlino arrivano le notizie della tempesta distruttrice di Hitler, ma loro non hanno paura, l’occhio del ciclone è ancora lontano, dicono.

La politica riguardava gli adulti; noi avevamo già i nostri problemi. E quello che ci pareva più urgente era imparare a fare il miglior uso possibile della vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire quale scopo avesse, se l'aveva [ecc...]

Intanto la loro amicizia si sviluppa, Hans invita a casa sua Konrandin e si divertono un sacco. Si aspetta che Konrandin ricambi invitandolo nella sua enorme villa, ma non lo fa e per più di un mese la cosa si prolunga facendolo rattristare. Un pomeriggio, però, gli chiede di entrare, Hans è terrorizzato, soprattutto nel conoscere i suoi genitori, ma fortunatamente non ci sono. Mentre salgono le scale nota un dipinto di un ufficiale molto simile ad Adolf Hitler, non ci fa caso pensando che si sia sbagliato. Piano piano, però, si rende conto che ogni volta che entra in casa di Konradin i genitori sono assenti per qualche motivo. Ha già un’idea del perché non voglia presentargli i suoi genitori e la conferma arriva dopo una serata a teatro dove Konradin lo ignora totalmente. Hans gli chiede il perché, e lui, visibilmente imbarazzato, spiega che non vuole presentarlo a sua madre per via delle sue origini. Eh sì, la madre di Konrandin è nazista e odia gli ebrei insieme a tutte le cose che hanno a che fare con loro.

Da quel momento la loro amicizia si incrina, Hans ritorna solo, nessuno gli rivolge più la parola e, se lo fanno, è per insultarlo, infatti il nazismo ha preso il sopravvento e anche i prof, che prima cercavano di integrarlo, fanno finta di non conoscerlo. Hans diventa un fantasma. Poi, il giorno in cui i tedeschi arrivano a Stoccarda, nel 1933, Hans è costretto a scappare in America e Konrandin gli scrive una lettera in cui dice di trovarsi completamente fiducioso nel governo di Hitler, questa lettera d'addio sconvolge molto Hans e lo distrugge dentro, solo l'idea di scappare dalla sua amata città, dalla sua amata patria lo ripugna, ma per salvarsi la vita scappa dai familiari all'Estero.

Molti anni dopo, in America, viene recapitata ad Hans una lettera… Da chi arriverà? Che cosa ci sarà scritto? Lo scoprirete solo leggendo!

Ma tutte le domande erano irrilevanti come la canzone che Davide aveva cantato al re Saul. Per me niente aveva importanza oltre al fatto che quello era il mio paese, la mia patria, senza inizio né fine, e che essere ebreo non era in fondo diverso che nascere con i capelli neri piuttosto che rossi.

Il libro in questione non è particolarmente lungo, ma è scritto in modo veramente bello ed emozionante. Riesci a immedesimarti in Hans e vivere la sua gioia, il suo dolore, la sua rabbia, la sua solitudine e il distacco che ha con il mondo che lo circonda. Quando però arriva lui, l’amico, il tempo buio della tristezza finisce, quello che provano è un amore platonico, difficile da trovare in un’amicizia. Per provare questo bellissimo sentimento un'amicizia deve essere vera e pura, devi riuscire ad amare l’altro anche quando ti ignora o ti tratta come uno straccio. Ecco, io ho ammirato questo loro amore incondizionato e ho anche pianto quando si sono separati, infatti non è un libro semplice, c’è in ballo anche la guerra, il nazismo e le discriminazioni degli ebrei che sono esseri umani come tutti noi, ed è un odioso crimine la violenza contro di loro.

Un'altra cosa che mi ha molto colpito è la lettera di addio di Konradin che si dice favorevole alle idee di Hitler pensando che alla fine possa accettare qualche ebreo, mi ha appunto colpito perché ho veramente realizzato come Hitler inculcasse quelle sue terribili idee come buoni propositi nelle menti di ragazzi innocenti e ignari. Mi ha ripugnato questo suo comportamento di buon uomo che vuole soltanto rendere il Paese migliore.


Lo consiglio a chiunque abbia voglia di emozionarsi, ridere o semplicemente leggere di una bellissima amicizia persa e ritrovata sullo sfondo di eventi tragici che fanno parte della nostra storia.

 

L'amico ritrovato

Autore: Fred Uhlman

Anno di pubblicazione originale: 1971

Età adatta: 13 - 18

Lunghezza: corto (92 pagine)

Casa editrice: Feltrinelli

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