Piazza 25 aprile. Un libro di poche parole, tanti colori, moltissimo significato. La storia di una piazza immaginaria che ne ha vissute, di cose. La storia di una piazza che ha vissuto la Storia.
La vedi, se scendi. La piazza 25 aprile. Con l'albero imponente al centro, e tutte le panchine intorno, le case, i palazzi, le biciclette. Anzi no, non la vedi, perché non esiste: la piazza protagonista di questo libro non esiste, o meglio. Esiste ma non per davvero. È la piazza che rappresenta l'Italia, quindi no, non esiste: ma sarebbe potuta esistere. Inizia tutto nel 1934, quando l'Italia vince i campionati di calcio. La piccola protagonista immaginaria di questo libro se la ricorda a malapena, la grande festa di quel giorno, giù in piazza. Tutti che ridevano, le urla "Abbiamo vinto il campionato", e "Evviva", "Che bello" risonanti tra i palazzi e il carretto del fruttivendolo. Forse era giorno di mercato, forse no. Poi il 1935, il 1936, il 1937, per ogni anno due pagine illustrate e una frase. Tutto qui. Tutto qui? No, non tutto qui. C'è molto di più. Ma questo lo scoprirete solo quando conoscerete questo libro. Poi il 1938, "Che bello vinciamo di nuovo il campionato". E poi. E poi il 1939. Già, il 1939. Quello in cui lo strazio iniziò. La piccola protagonista ha 5 anni, e vede la piazza dall'ombra del suo albero. Vede passare l'imperatore, il papa e poi. E poi. E poi il Duce, ovviamente. Nota che sono tutti bassi.
Pensavo che fosse importante essere piccoli per poter diventare Papa, Imperatore o duce: così tutti quelli che stavano sotto non si sentivano così in basso.
Eppure, il Duce non si fa alcun problema a far sentire il popolo così in basso. Soprattutto una certa parte del popolo. Quella formata dagli ebrei, che nel '38 erano stati buttati così in basso che, anche il Duce, seppur così piccolo, sarebbe stato più in alto di loro. Questo la piccola lo sa bene: il maestro dei bambini grandi, quelli che vanno già a scuola, se ne è andato perché è un po' ebreo. Un po' troppo, ebreo, a quanto pare. Poi il 1940, e così il 1941, e il 1942, e il 1943.
A sei anni andai per la prima volta a scuola. E mio papà in guerra. Dove vai? gli chiesi. In Grecia o in Egitto. Torno presto, mi promise. Fu di parola. Anche se quelle furono le ultime che gli sentii dire.
Poi la bimba, ora di 10 anni, vede nel 1944 passare il primo soldato americano. Le da una barretta di cioccolato. E lui sì, che è alto. Poi. E poi. Poi arrivò il 1945. E con quello un pizzico di speranza, forse, in piazza. Perché, vicolo dopo vicolo, corso dopo corso, via dopo via, piazza dopo piazza, pian piano, tutta Italia viene liberata. Da cosa? Mah, un po' da tutto. Dalla paura. Dal terrore. E dalle leggi razziali. E finalmente, la bambina di 11 anni che aveva visto i campionati di calcio e la Seconda Guerra Mondiale riuscì a salire sull'albero. Ora era abbastanza alta, ora non aveva paura, ora era libera.
Piazza 25 Aprile Autori: Pierdomenico Baccalario e Alessandro Sanna Anno di pubblicazione: marzo 2020 Età adatta: 8-99 anni Lunghezza: cortissimooo Casa editrice: Rizzoli
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