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Immagine del redattoreAlma R.

Mare che accoglie, mare che toglie

Aggiornamento: 28 feb 2022

Quando tutte le deviazioni, i sentieri, i sentimenti, i giri di parole ti portano sempre lì. Ti portano sempre al mare. All'Oceano mare.

Un pittore che cerca gli occhi del mare, quando gli occhi del mare sono nel posto più ovvio di tutti. Per arrivarci, basta un bambino. Un bambino che riesce dove un grande fallisce.

Una donna costretta a guarire da una malattia senza cura. Come si trova, del resto, una cura all'amore? Bambini che sanno tutto, che sanno troppo. Inquietanti, coi loro occhi enormi e la mente sconfinata. Una ragazza che cerca in se stessa un brandello di vita anche solo minimo, qualcosa a cui potersi aggrappare pur di non morire.

"Volevo dire che io la voglio, la vita, e farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è, tanta da impazzire, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perderla, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio. Ce la farò, vero?" "Vero che ce la farò?"

Un prete che sta lì e scrive, un po' per caso, un po' no. Uno studioso che cerca il punto in cui il mare finisce. Infine una creatura distrutta, umano ma nemmeno troppo, animale un po' più di quanto lo siamo noi.

E poi lei. Perenne, eterna, impassibile, eterea, immobile sulla costa francese, sulla spiaggia pungente, la Locanda Almayer, dove le vite s'intrecciano, si trovano, s'agganciano, dove gli sguardi s'incrociano sulla sabbia fredda per non abbandonarsi mai più. Forse.

Un libro difficile, che non ti lascia il tempo di metabolizzare e di riflettere, onde di informazioni da registrare tutte assieme, velocemente, senza punti, senza pause.

Pause che sono necessarie, spesso, per quanto dolore disperato trapela da quei fogli di carta e ti porta a domandarti come sia possibile che l'inchiostro faccia così male.

"Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando." Silenzio. "Che sia troppo tardi, madame."

A differenza di libri come "Novecento", Oceano Mare non è ritenuto un capolavoro di Baricco. È molto sfarzoso, pieno di giri di parole, sì, ma anche potentissimo, molto più di quanto ci si aspetti all'inizio. Per quanto sia forte, difficile, anche spaventoso, vale la pena leggerlo anche solo per il modo in cui Baricco parla del mare: non ci sono parole migliori di quelle che usa lui.

Tutto il resto era ancora nulla. Inventarlo – questo sarebbe stato meraviglioso.

Questo è un libro di lacrime salate. Salate come il mare. Come l'Oceano mare.

 

Oceano mare

Autore: Alessandro Baricco

Anno di pubblicazione: 1993

Età consigliata: dai 15 anni in su

Lunghezza: medio (227 pagine)

Casa editrice: Rizzoli

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