“La mia è stata una vita di grande vergogna”. È questa la frase iniziale di un libro destinato a diventare uno dei romanzi più struggenti della letteratura giapponese del XX secolo. Sin dalle prime pagine si nota un tono di inquietudine e di inadeguatezza, quasi autobiografico, che attanaglia la vita di Yozo, disegnatore dilettante che sentendosi rifiutato dalla rigida società in cui vive si ritira in una vita di estrema solitudine. Sin da bambino sente di non essere come i suoi simili, crede di essere diverso e per questo viene emarginato persino dalla sua stessa famiglia.
Crescendo si interesserà sempre di più alla figura delle donne, creature bellissime, misteriose e intriganti, per lui soggetto di rapporti tormentosi, ma anche di quel sentimento chiamato “amore”, fino ad allora mai sperimentato. Il romanzo è focalizzato soprattutto sul dilemma di Yozo: il piacere di infrangere le regole sociali e il senso di colpa per non essersi adeguato ad esse.
L’autore sembra avere molto in comune con il protagonista: entrambi sono infatti autori di tentativi di suicidio con la propria amata, entrambi non si riconoscono nelle vecchie tradizioni del paese ed entrambi presentano un disagio fisico, psicologico e spirituale dovuto all'incapacità di capire chi si è a quella di non sapere veramente qualcuno, cosa che accomuna anche molti altri giapponesi alla fine della Seconda guerra mondiale. Questo è l'ultimo libro scritto da Dazai prima del suicidio, avvenuto nel 1948. Un capolavoro dai toni molto malinconici che esamina perfettamente la mente di un uomo.
Lo squalificato Autore: Osamu Dazai Anno di pubblicazione: 1948 Età adatta: dai 14 anni in su Lunghezza: corto (143) Casa editrice: Feltrinelli
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