Una fiaba moderna, una storia bizzarra, un dolce amore, raccontato da Jostein Gaarder: La ragazza delle arance.
Georg ama lo spazio; nelle stelle ha sempre trovato degli amici, una ragione. Vie luminose che gli aprivano strade verso il futuro. Sono sempre state le sue migliori, e uniche, amiche.
La sua non è una vita perfetta, perché all’interno di essa ha sempre percepito un tassello mancante in quell’esistenza apatica che gli pare di vivere.
Suo padre, quell’angelo irraggiungibile, quell’idea di uomo che Georg è stato costretto a crearsi; quando i ricordi venivano a mancare. Per lui ha sempre avuto emozioni contrastanti: affetto, che sentiva di provare per ormai soltanto un’ombra; dolore, per la mancanza di una persona da poter chiamare papà nella sua vita; rabbia, verso di lui, per non esserci, verso sé stesso, per non poterlo avere lì; e infine anche indifferenza, per una persona che in fondo era solo passato.
È lui quel pezzo mancante del puzzle, che ha lasciato una voragine incolmabile, il posto vuoto sulla poltrona gialla, nelle vite di Georg, e Veronika, sua madre.
E ora, mentre cresce, deve vedersela con sé stesso, e con il resto del mondo, a cui non è mai piaciuto granché, essendo così lontano dalla definizione di adolescente normale data dalle masse.
Georg sembra quasi aspettare, inconsciamente, un segno per dare una svolta alla monotonia.
E, inaspettatamente, quel segno arriva, il giorno del suo quindicesimo compleanno, sotto forma del suo vecchio passeggino, che sotto la fodera nasconde una lettera ingiallita dagli anni. Undici anni, precisamente, poiché le numerose pagine erano opera di suo padre, che gli aveva scritto prima della sua morte.
E quelle parole lo riportano indietro a vent’anni prima, sul nascere della storia d’amore fra i suoi genitori, bizzarra e splendida insieme.
Una storia magnifica, che, senza filtri, racconta a Georg quel rapporto dolce, intenso e inconsumabile che li avrebbe legati per la vita.
Il manoscritto gli trasmette le emozioni e i pensieri del giovane Jan. E Georg inizia finalmente ad avvertire la presenza di quel papà di cui tanto gli avevano parlato, comincia a capirlo meglio. E ad amarlo.
Ma soprattutto gli fa comprendere quanto Jan amasse lui, e la vita. E quanto sia stato difficile lasciare entrambi.
Ho trovato questo libro perfetto, una fiaba meravigliosa, ma toccata dalla realtà e resa nuda, spoglia, per raccontarla al meglio.
Insegna che amare veramente significa anche soffrire, ma sapere in ogni caso che non avresti fatto scelte diverse.
La ragazza delle arance
Autrice: Jostein Gaarder
Anno di pubblicazione: 2003
Età adatta: dai 13 anni in su
Lunghezza: corto (173 pagine)
Casa editrice: Tea
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