Da bambina era gracile e timida ma da ragazza si dimostrò subito intrepida agli occhi di tutti. Di chi sto parlando? Ovviamente di Cristina Trivulzio di Belgiojoso! #donneperstrada
Ho preso questo libro in biblioteca quando ho letto sui giornali che a Milano non esistevano statue in memoria di donne e che era appena stata inaugurata dal sindaco Sala una bella scultura in bronzo dedicata alla memoria di Cristina Trivulzio Belgiojoso (quest'anno sono 150 anni dalla sua morte) in piazza Belgiojoso, davanti la casa di Manzoni. Non sapendo chi fosse ho deciso di documentarmi.
Cristina Trivulzio di Belgiojoso nasce a Milano il 28 giugno del 1808 da una famiglia nobile e ricca: il padre morì quando lei aveva solo 4 anni, tuttavia ebbe un'infanzia serena, la madre si sposò con Alessandro Visconti d'Aragona ed ebbe altri quattro figli. Cristina ha un ottimo rapporto sia con il patrigno che con i fratellastri e, come si usava a quei tempi nelle famiglie nobili, non viene mandata a scuola ma prende lezioni a casa. A 16 anni i genitori la vogliono far sposare con il cugino ma lei lo rifiuta e prende in nozze il principe Emilio di Belgiojoso, un bellissimo giovane con un grande capitale. Il matrimonio con Belgiojoso però dura poco, e tra i due rimane un rapporto d'amicizia. Verso la fine degli anni Venti Cristina comincia a frequentare i Patrioti, cosa che ovviamente non viene apprezzata dalla polizia di Milano. Minacciata scappa in Svizzera e successivamente in Francia dove è ospite di un amico, intanto la polizia austriaca sequestra tutti i suoi beni in Italia e Cristina allora decide di trasferirsi in Francia dove per qualche tempo si guadagna da vivere facendo pizzi e coccarde. La povertà però dura poco, la madre la sostiene economicamente e le viene restituito il patrimonio che le era stato sequestrato. Affitta un appartamento a Parigi dove scrive articoli, paga giornali patriottici e finanzia un colpo di stato mazziniano in Sardegna.
A trent’anni dà alla luce una bambina, Maria, ma nessuno sa chi sia il padre, successivamente Cristina decide di tornare a Locate, dove possiede una grande proprietà di famiglia. Prima di lasciare Milano però Cristina chiede di dare un ultimo saluto a Giulia Beccaria, molto malata, che era la madre di Alessandro Manzoni, ma Manzoni non la fece entrare perché, essendo cattolico, la vita della donna era stata troppo scandalosa per lui. Lo stesso Manzoni quando gli fu riferito che Cristina a Locate aveva fondato un asilo per i bambini poveri esclamò: «ma se ora i figli dei contadini vanno a scuola chi coltiverà i nostri campi?».
La nostra eroina, patriota risorgimentale, scrittrice e attivista della salute e della istruzione, muore nel 1871, a 63 anni, a Locate, dove si trova ancora la sua tomba. Sul retro della statua a lei dedicata è riportata una sua frase celebre e direi profetica: una speranza che le donne del futuro, ossia noi, non dimentichino i sacrifici e le lotte fatte dalle donne come lei, in un tempo in cui nascere femmina era praticamente una disgrazia.
Che le donne felici e stimate del futuro rivolgano i pensieri al dolore e all’umiliazione di quelle che le hanno precedute e ricordino con un po’ di gratitudine i nomi di quante hanno aperto e preparato la strada alla loro mai gustata prima e forse agognata felicità.
Cristina Trivulzio di Belgiojoso
Data e luogo di nascita: 28 giugno del 1808, Milano
Data e luogo di morte: 5 luglio 1871
Professione: patriota e scrittrice
Nazionalità: Italiana
Il sogno di Cristina
Autrice: Angela Nanetti
Anno di pubblicazione: 2011
Età adatta: dai 10 ai 14 anni
Lunghezza: medio (160 pagine)
Casa editrice: Giunti
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