Il quaderno dell'amore perduto, un romanzo romantico, giallo, avventuroso ma soprattutto che ci insegna l'importanza della memoria. E di come l'amore vero duri per sempre. "Come i grandi romanzi", direbbe il Paris Match. "Come il mare", dico io.
In realtà era un regalo per mia madre, questo libro. Ma poi siamo andati in montagna e io da brava idiota mi ero portata solo due libri! Allora, finiti i due libri mi sono resa conto che dovevo leggere qualcos'altro. E quindi, dopo aver scartato i regali, io mi sono inappropriata di questo libro. Ma passiamo a cose serie...
Justine ha 21 anni e una famiglia un po' strana. Infatti i suoi genitori e i suoi zii sono morti quando era piccola in un incidente d'auto. Ora vive con il cugino Jules, quasi coetaneo, e con i due nonni. Justine adora le persone anziane, perché raccontano storie. E Justine adora le storie. Per questo lavora in una casa di riposo, a Milly, il suo paesino francese. È nella casa di riposo che incontra Hélène, un'anziana donna che sembra vivere in un altro mondo. Sta tutto il giorno con gli occhi chiusi, descrivendo la bella spiaggia dove è costantemente sdraiata al sole, nella sua immaginazione. Ed è così che Justine inizia a scrivere il suo quaderno azzurro. Ci mette dentro tutta la storia di Hélène, da quando, nel 1936, aveva incontrato il giovane Lucien e con lui la forza dell'amore. Ed è così che nasce una nuova storia tra le pagine di questo libro, e ogni capitolo narra della vita di Justine o di quella di Hélène. A questo equilibrio perfetto, si aggiunge un altro tema, ossia quella che parla di un giallo. Il giallo che avvolge come uno scialle il giorno della morte dei genitori di Justine e Jules. E la vera identità di quei genitori. Ma soprattutto, i legami che c'erano tra loro e tra i nonni, non meno pieni di segreti. Perché Justine sente il dovere di indagare. Cosa successe davvero quel 6 ottobre del '96? Sembra che tutti non ne vogliano parlare.
E, quando la vita è finita, non si trema e non si piange più, si odia e basta.
Nel frattempo, passa il maggior tempo possibile con Hélène. Che le racconta della guerra, del piccolo Bistrot in piazza, della valigia blu fatta di mare, del juke box, dell'amore perduto ma soprattutto del gabbiano. Sì, perché Hélène sostiene che ogni essere umano abbia una specie di anima gemella, esposta come un uccello. Ed è proprio il suo gabbiano che, nel lontano 1943, dopo l'arresto da parte dei Nazisti di Lucien, è riuscito a darle la forza di andare avanti.
Solo che non saprei dire a che età si diventa vecchi. Madame le Camus, il mio capo, sostiene che lo spartiacque è il momento in cui ci si rende conto di non riuscire più a prendersi cura della casa. Che tutto comincia quando bisogna lasciare l'auto in garage perché si è diventati un pericolo pubblico e che tutto finisce quando ci si rompe il collo del femore. Io penso che tutto abbia inizio con la solitudine. Quando l'altro se ne va, non importa se in cielo o da qualcun'altro.
Questo è un libro molto bello che però consiglio dai 15 anni in su, visto che nasce come romanzo per adulti. Tratta importantissimi argomenti come l'amore (ve l'ho già detto?), insultando allo stesso tempo il sessismo e il patriarcato.
Essere vecchi non è che essere giovani da più tempo degli altri - Philippe Geluck
Prima di tutto ci racconta, attraverso Lucien, di come sia importante la memoria, e di come chi ce l'abbia sia davvero fortunato. Poi, attraverso Justine, di come sia facile dare per scontata una famiglia. Infine, attraverso Eugénie, di come quello che si considera da sempre amore, con la goccia sbagliata/giusta (a seconda dei punti di vista), possa traboccare e trasformarsi in odio.
E tra l'odio e l'amore - così aveva letto - non c'è che un passo.
Dall'autrice del bestseller Cambiare l'acqua ai fiori (a breve la recensione su dafne.club)
Il quaderno dell'amore perduto
Autrice: Valérie Perrin
Anno di pubblicazione: 13 ottobre 2016
Età adatta: 15 anni +
Lunghezza: medio (310 pagine)
Casa editrice: Casa Editrice Nord
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