L’ultima fatica di Mechthild Gläser, Il canto dei venti.
Sorvolando sul fatto che sputazzo in giro ogni volta che pronuncio il suo nome, (piccoli crucci del tedesco), la scrittura di Mechthild Gläser mi piace davvero molto, magari sorvolando sulle trame molto simili dei primi tre libri. Perciò, quando ho comprato Il canto dei venti, speravo in qualcosa di più originale. Beh, lo è.
Robin è una ragazzina ospite in una casa-famiglia, trovata sotto un ponte, senza documenti e con una probabile amnesia. Una normale ragazza, con qualche vescica ai piedi e un’emicrania cronica quando piove. O almeno, questo è ciò che tutti devono pensare. Perché Robin se lo ricorda fin troppo bene il suo passato, quando aveva un vestito di alghe e un diadema in testa. Quando tutti la chiamavano Undina e si inchinavano davanti a sua madre. Prima che venisse cacciata e le canzoni che all'inizio la onoravano cantassero il suo esilio. Prima di diventare Robin, era una strega dei venti, creature dall’aspetto umano, nate con la facoltà di influenzare le tempeste e il clima, che dai tempi delle prime caccie alle streghe vivono in città sottomarine, combattendo le tempeste “Altre” perché non danneggino la terra ferma. Settima figlia della settima regina, credeva di essere parte di una profezia, di essere destinata a vivere con le saette in mano. E da quando l’hanno bandita, quattro anni prima, tutto è andato bene, fino ad ora.
Come sempre, la scrittura scorre semplice, fluida e brillante e trai personaggi Robin è interessante, coerente e comprensibile per la sua età e le sue motivazioni. Un paio di colpi di scena mi sono piaciuti molto e proprio la figura altera e scostante della regina è una delle più affascinanti. Il canto dei venti è un fantasy, originale, per ragazzi, è ovvio, ma comunque un bel libro.
Il canto dei venti
Autrice: Mechtild Gläser
Età adatta: dagli undici anni in su
Lunghezza: medio, 360 pagine
Casa editrice: Giunti
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