Scritto da Viola C., 12 anni
Ciao! Questa è la saga dei racconti di Amber. Se ti sei pers* i capitoli 1 e 2, li trovi qui!
Capitolo 3
«Pensavamo ci volessero 2 mesi...» dice Martina.
«Pensavamo!» le fa eco Chiara.
«Cosa??? cosa pensavate??? di cosa stiamo parlando?».
«POSSIAMO PARTIRE! ANDARE SULLA TERRA!» dicono in coro.
Andare sulla Terra era il mio sogno da sempre!
«E… quando partiamo?» chiedo.
«domattina alle 6.30, ci stai?»
«SI! SI CERTO!!!» rispondo decisa.
Non penso a mio padre… al fatto di lasciarlo solo, so che se glielo dicessi me lo vieterebbe. Ma in fondo lui dice sempre di inseguire i propri sogni e così farò io. La sera faccio la valigia. "Cosa indossano i terrestri?", continuo a chiedermi.
Faccio qualche ricerca su google e vedo gonne e pantaloni. Tutte cose che io non ho, ma so che mio padre tiene una scatola in camera sua con tutti i vecchi vestiti di mamma, forse mi andranno un po’ larghi ma almeno sarò una di loro! Prendo dallo scatolone un “jeans”(così lo chiamano quelli della Terra), una maglia gialla ed una blu. La mattina dopo alle 5.54 sono davanti alla stazione con Chiara, Martina e, guarda caso, c’è anche l’altra Chiara. Ci sono dei Sasti (le forze dell'ordine del nostro pianeta) ma troviamo un modo per non farci vedere: Martina è la più alta tra di noi e va a distrarre il Sasto mentre io e Chiara (la mia amica… chiamiamola Chiara D. e la sorella di Marty Chiara V.) quindi io e Chiara D. saliamo… Poi Chiara V. si avvicina al Sasto e fa finta di aver perso le lenti a contatto e in questo modo anche Martina sale a bordo. Infine Chiara dice di averle trovato e di scatto sale sulla navicella. Direzione? TERRAAAAAAAAAAAAAAAA!
Capitolo 4
Sono passati 2 mesi Marteschi (5 terrestri), e questo vuol dire che ne manca solo uno. Siamo nella navicella 2-00k e ci stiamo divertendo, non c’è molto campo ma più ci avviciniamo alla Terra più possiamo avere connessione per le serie terrestri che stiamo vedendo, come Jane the Virgin, una vera e propria telenovela romantica e comica. Comunque: facciamo i turni per pilotare anche se molte volte usiamo il pilota automatico. I mesi da noi sono la successione di 10 giorni e quando domani ci sveglieremo saremo a 40 metri dalla Terra e potremmo atterrare con paracaduti (atterrare con un razzo sarebbe un po’ sospetto). Oddio, sembra una storia folle ma è la mia e mi piace.
«DRIN….DRINNNNNNN….DRINNNNNNNNNNNNNNNN…»
Suona la sveglia, sono le 7.00, alle 8.30 dovremmo riuscire a gettarci con i nostri paracaduti, Chiara D. e Chiara V. sono sveglie mentre Martina dorme ancora, come sempre. Facciamo colazione, il solito: ginghel e cereali. Ci scattiamo un selfie prima del lancio, buttarsi sarà una botta di adrenalina incredibile. Prendiamo le nostre borse con gli indumenti e le avvolgiamo con il soffice pelo della coperta invisibile (lo so, sembra Harry Potter ma non lo è affatto: clicchiamo su un pulsante posto ai lati del telo e lo rendiamo così invisibile alle graduazione degli occhi terrestri. Borsoni pronti, paracaduti in schiena. 3... 2…1…
SI VOLA!
Ho chiuso gli occhi quando mi sono buttata, ma dopo pochi secondi li ho riaperti e credo di aver vissuto il peggior e il più euforico momento della mia vita. Durante il volo mi sento leggera nonostante il vento che mi allarga le guance, mi solletica le narici e mi scompiglia i capelli. Ad un certo voliamo ognuna verso l'altra e ci stringiamo le mani sudate e incominciamo a ridere.
wow, che bellooo, aspetto altre lettere di Amber perchè sono talmente belle che mi sembrano troppo corte 😁😍