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Immagine del redattoreMargherita

Fiaba o realtà?

Aurora e Anastasia erano appena arrivate alla spiaggia “Balneazione Da Favola (qui le favole diventano realtà)”, e si erano subito messe a correre verso la spiaggia: era veramente “favolosa”, c’era un mare pulito e liscio come l’olio (ma l’olio non c’era), una spiaggia soffice come il letto la sera quando si è stanche (ma il letto non c’era) e ombrelloni così grandi che fungevano anche da tenda (ma di tende non ce n’erano). Le ragazze erano entusiaste, soprattutto Anastasia, perché Aurora si era già addormentata sotto l’ombrellone.

Anastasia aveva nove anni e mezzo mentre la sua sorellina, Aurora, ne aveva tre. Anastasia pareva già in prima media per la sua altezza, aveva lunghi e folti capelli castano ramati e i suoi occhi erano cangianti, nessuno sapeva e seppe mai di che colore fossero.

Aurora, invece, era tutto il contrario: bassina ed estroversa, aveva capelli corti e biondissimi, i suoi occhi erano di un azzurro sgargiante che ti catturava, facendoti venir subito voglia di diventare sua amica, anche se era più piccola di te.

Ad Anastasia non piaceva molto la compagnia e preferiva di gran lunga starsene sotto l’ombrellone a leggere. Però non si capacitava di come una bimba di soli tre anni (quasi quattro) riuscisse a farsi così tanti amici, così lei, guardandola al di sopra del romanzo, la sorvegliava, temendo che prima o poi le sarebbe successo qualcosa.

E così fu: Martina stava leggendo una favola ad Aurora quando lei scomparse. Anastasia abbandonò il libro e la cercò per tutta la spiaggia, ma non la trovò, così si accorse che il libro di Aurora era in mezzo alla sabbia, quasi completamente sotterrato. Anastasia prese il libro e iniziò a scuoterlo: “AAAAAAAAAAAAH”, un urlo simile a quelli che faceva Aurora scosse la spiaggia, ma parve accorgersi solo Anastasia. Allora si mise a leggere il libro della sorellina e man mano che leggeva si sentiva più partecipe della storia fino a quando non ci si trovò dentro.

In quale storia era? Era successo anche ad Aurora tutto questo? Non fece in tempo a chiedersi nulla, che una piccola figurina, anzi, due piccole figurine, l’afferrarono e la sbatterono in una stanza fredda e buia.

Ad Anastasia mancava tanto sua sorella e decise di andare a cercarla. C’erano dei vestiti in quella camera, si vestì è cercò di uscire, ma la porta era chiusa a chiave e Anastasia non seppe più cosa fare. A un certo punto, nella più completa disperazione, notò una piccola apertura sul tetto della stanza e, arrampicatasi sopra, ci si infilò.

Una luce abbagliante la colse: era la luce della luna, era già passato così tanto tempo da quando era arrivata? Ma alla sua domanda ci fu subito risposta, il Sole spuntò solo due minuti e ritornò la Luna in soli tre minuti circa. Che mondo strano era quello! Ma prima che potesse vedere il Sole sorgere di nuovo i due folletti la ricatturarono, ma questa volta la portarono in un castello sotterraneo di giada verde.

Lì c’era sua sorella, che abbracciò con calore.

Subito dopo quel bellissimo e caloroso abbraccio, Anastasia volle spiegazioni e i due omini la accompagnarono in una stanza tutta blu, dinanzi a un ragazzo bellissimo: occhi cangianti, capelli neri come le piume di un corvo, alto, snello e con un nome bellissimo, Carson.

Carson le spiegò che c’era in corso un sortilegio e che in quel mondo il tempo non scorreva più. Le disse anche che lei e Aurora erano le prescelte per spezzare il sortilegio, ma come dovevano fare?

I Ribelli, così si chiamavano loro, dovevano combattere contro le persone che avevano preso tutto il tempo, ma non ci riuscivano perché erano bloccati da quel potente incantesimo che solo le due ragazze avrebbero potuto spezzare, superando tre prove.

La prima consisteva di creare un ritratto una dell’altra, facile no? Loro la superarono molto semplicemente.

La seconda, infiltrarsi nel castello della città del tempo (così si chiamava il posto dove tenevano il tempo) e rubare due ritratti. Ci misero due orette, ma ce la fecero tranquillamente.

Il terzo era appendere i loro quadri al posto dei due che avevano rubato, fino a qui semplice, si erano già infiltrate, ma la cosa più difficile della terza prova era urlare: “Dateci il nostro tempo! Noi siamo le prescelte! Il popolo siamo noi, i ribelli siamo noi! Quindi dateci il nostro tempo o attaccheremo il castello!”

Organizzarono un piano e si infiltrarono facilmente nel castello, appesero i dipinti, urlarono e corsero. Adesso che era tornato il tempo, Aurora e Anastasia correvano molto più veloci. Arrivarono al castello di giada e stavano per tornare a casa quando Anastasia disse:: “Senti Aurora, io mi trovo meglio qui che sulla terra e ho deciso di restare. Tu potrai venirmi a trovare attraverso il tuo libro di fiabe. Ai nostri genitori, però, non dovrai dire niente, loro non faranno domande”.

Così Aurora tornò a casa e Anastasia rimase a combattere per la libertà. Aurora si sposò ed ebbe tre figli, ma non si dimenticò della sorellona e, una volta a settimana, andava a trovarla e a stare un po’ con lei.

Così vissero tutti felici e contenti.

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