Scritto da Alma, 13 anniIllustrato da Emma, 11 anni
Certe sensazioni non si possono esprimere a parole.
Certe sensazioni sono come il mare ad agosto: restano dentro di te, sottofondo perenne, musica perpetua, qualcosa che non elimini mai davvero dalla ruota dei tuoi pensieri, che non dimentichi mai davvero, non puoi. Non vuoi.
Sono passate quasi ventiquattro ore da quando ho assistito a “Humans”, e ancora non riesco a togliermelo dalla testa.
Posso fare altro, leggere, ballare, stare con i miei amici, ma quello che ho visto non rimane per un secondo a riposare nel baratro del mio cervello: è sempre là, e io ancora sto elaborando tutto, ancora sono convinta di non aver capito nulla, eppure credo sia stata una delle ore più belle della mia vita.
Mi sono dimenticata di tutto il resto, ogni singola cosa è passata in secondo piano, ha perso importanza di fronte a quello a cui ho assistito.
Sto ancora elaborando, e mi sa che non finirò mai di interrogarmi su una qualsiasi cosa, quel movimento scoordinato era voluto?, quel grido, avrei dovuto comprenderlo?, ma stanno sul serio facendo questo o è solo una mia impressione? Non so.
I dettagli arrivano a caso, senza nulla che me li riporti alla mente, e mi torna in testa all’improvviso questo o quello, stralci di canzone, frammenti, cose che non avevo idea di aver immagazzinato, e invece…
Non riesco a pensare ad altro. Ogni singolo movimento, ogni cosa successa, ogni cosa mi ha fatto pensare “Io voglio fare questo e basta. Voglio ballare. Voglio far sentire agli altri quello che provo, e voglio farlo con il mio corpo”.
Forse è una cosa temporanea, una cosa che passa e va. O forse no. Forse rimarrà ancorata dentro di me per sempre, forse sarà un sogno rimasto inespresso, allora lo dico qui, adesso: ho un disperato bisogno di muovermi, e cadere, sbagliare milioni di volte e farmi male, tanto, tantissimo, e voglio gridare il mio sogno pazzo ad un cielo infuocato dal tramonto, o ingrigito da nuvole pesanti. Voglio interagire con gli altri, voglio avere paura di guardarmi allo specchio perché mi sento in soggezione anche se a osservarmi e giudicarmi sono solo io, e voglio ballare male, fare schifo, e poi migliorare, e ascoltare un sacco di musica immaginandomi cosa ci potrei creare sopra, voglio che la mia mente vaghi sempre verso il ballo, la danza, il movimento, chiamatelo come vi pare, non mi interessa.
E non mi interessa neanche sapere che cosa ne pensate, voi, del ballo, non mi interessa se dite che non è un vero sport e neppure una vera arte, solo una via di mezzo per chi non sa cosa fare nella vita perché ve lo garantisco: se spendi la tua vita inseguendo un sogno, se passi le ore a ripetere un gesto fino a che non è perfetto, se ti rassegni a non guadagnare nulla, ad ascoltare gente che stereotipa il tuo lavoro, ma alla fine di tutto capisci che ne è valsa la pena, allora non solo hai cervello. Hai cuore.
Un immenso, doloroso, fortissimo, elegante cuore ballerino.
Humans è uno spettacolo della compagnia Eleina D., realizzato con il supporto e la collaborazione della Compagnia Kataklò.
Comments